Nota VVF n. 0016868 del 14 Ottobre 2025 / Assoggettabilità PI cantine che detengono vino in botti di legno
ID 24769 | 21.10.2025 / In allegato
Nota VVF n. 0016868 del 14 Ottobre 2025 OGGETTO: Assoggettabilità delle cantine che detengono vino in botti di legno ai procedimenti di prevenzione incendi di cui al D.P.R. 1° agosto 2011, n. 151 - Chiarimenti operativi.
Sono pervenuti a questa Direzione Centrale quesiti circa l’assoggettabilità delle cantine che detengono vino in botti di legno destinate al deposito e/o all’affinamento del prodotto finito o in corso di maturazione. La presente circolare fornisce indirizzi per uniformare l’attività istruttoria dei Comandi, chiarendo che tali fattispecie, di per sé, non sono ricomprese tra le attività dell’Allegato I al D.P.R. n. 151/2011 e, pertanto, non sono soggette ai relativi procedimenti di prevenzione incendi quando non coesistono altre attività soggette, sulla scorta delle considerazioni di seguito rappresentate.
Le voci dell’Allegato I riferite a depositi o impianti di liquidi infiammabili o combustibili presuppongono la presenza di sostanze o miscele classificate come tali ai fini antincendio. Il vino, per la sua natura e per il titolo alcolometrico ordinariamente compreso tra il 10% e il 15% in volume, non rientra nelle categorie di liquidi infiammabili rilevanti ai fini dell’assoggettabilità. Per la stessa ragione non trova applicazione la voce relativa ai depositi o alle rivendite di alcoli ad elevata gradazione, la quale contempla espressamente prodotti con gradazione superiore al 60% in volume: il vino ne è pertanto escluso.
Parimenti, non appare riconducibile alla voce concernente i depositi di legnami e prodotti affini la mera presenza di botti di legno. Tali manufatti, nel contesto della “cantina”, non costituiscono oggetto di deposito merceologico di legname, bensì attrezzature funzionali al ciclo produttivo (affinamento e conservazione del vino). La tipizzazione della voce richiamata ha natura merceologica e riguarda stoccaggi di legname quale materia prima o semilavorato, fattispecie diversa dall’impiego di botti quali contenitori di processo.
Con particolare riferimento alla voce n. 70 dell’Allegato I del DPR 151/11 (“Locali adibiti a depositi di superficie lorda superiore a 1.000 m2 con quantitativi di merci e materiali combustibili superiori complessivamente a 5.000 kg”), si precisa che i locali “cantina” destinati all’affinamento e alla conservazione del vino in botti di legno non sono riconducibili alla fattispecie di deposito di merci e materiali combustibili.
Le botti di legno costituiscono infatti attrezzature funzionali al ciclo (contenitori di processo) e non “merci in deposito”; il contenuto principale (vino) non è una merce combustibile ai fini dell’Allegato I.
Pertanto, la sola presenza di botti di legno contenenti vino non integra neanche la fattispecie della voce n. 70.
Si evidenzia, infine, che l’Allegato I non reca una voce specifica per impianti o stabilimenti enologici e, più in particolare, per le cantine, mentre contempla altre attività alimentari tipizzate (ad esempio mulini, zuccherifici e simili). In assenza di una ricomprensione espressa e mancando i presupposti delle voci sopra richiamate, l’attività di cantina, limitatamente alla detenzione di vino in botti di legno per deposito o affinamento, non è soggetta ai procedimenti di cui al D.P.R. n. 151/2011.
Resta fermo che l’insediamento nel quale si svolge attività di cantina può risultare soggetto al D.P.R. n. 151/2011 qualora coesistano altre attività riconducibili a voci dell’Allegato I, ciascuna da valutare autonomamente secondo le pertinenti disposizioni (a titolo esemplificativo, la presenza di serbatoi per gas combustibili o altri combustibili liquidi oltre soglia, centrali termiche, gruppi elettrogeni, depositi di alcoli ad elevata gradazione, ovvero altri depositi merceologici tipizzati).
Si confida nella consueta collaborazione delle Direzioni Regionali e Interregionali, che vigileranno sulla uniforme applicazione dei criteri qui indicati, fornendo ai Comandi dipendenti, ove necessario, il supporto interpretativo.
Linee guida per la valutazione dell’impatto odorigeno / Regione Umbria
ID 24712 | 10.10.2025 / In allegato
Deliberazione della giunta Regione Umbria 23 settembre 2025 n. 947 D.Lgs. n. 152/2006, art. 272-bis - Decreto direttoriale 28 giugno 2023, n. 309 del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica recante “Approvazione degli indirizzi per l’applicazione dell’articolo 272-bis del D.Lgs. n. 152/2006 in materia di emissioni odorigene di impianti e attività”. Linee guida per la valutazione dell’impatto odorigeno. Adozione.
L'obiettivo è l'adozione di un quadro normativo regionale per l'applicazione dell'articolo 272-bis del D.Lgs. 152/2006, integrando gli indirizzi forniti dal Decreto Direttoriale n. 309/2023 del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica in materia di emissioni odorigene di impianti e attività.
Tali indirizzi forniscono un quadro di riferimento essenziale per i procedimenti istruttori e decisionali in materia di autorizzazioni ambientali. Il disturbo olfattivo e la sua percezione soggettiva è un problema complesso che può compromettere il benessere umano e generare fastidio e conflitti tra i cittadini e le attività produttive.
Le linee guida stabiliscono criteri e condizioni per valutare le emissioni odorigene generate da impianti o attività con potenziale impatto olfattivo. Si applicano a tutti i nuovi impianti e le nuove attività che, a causa delle loro lavorazioni, possono ragionevolmente generare emissioni odorigene, come specificato nella Tabella 1 allegata alle Linee Guida. Gli approfondimenti sono richiesti per le attività soggette a diverse procedure autorizzative, tra cui: Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) per emissioni in atmosfera; Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA); Autorizzazione alla Gestione dei Rifiuti (Art. 208 D.Lgs. 152/2006); Autorizzazione Unica per fonti rinnovabili (Biogas, Biometano e Biomassa); Valutazione d'Impatto Ambientale (VIA) o verifica di assoggettabilità (Screening). Le indicazioni si applicano anche agli impianti esistenti soggetti a rinnovo, riesame o modifica dell'Autorizzazione, e ai casi critici in presenza di ripetute segnalazioni di odori.
Vengono definiti tre diversi livelli di approfondimento tecnico per le relazioni allegate alle istanze di autorizzazione: ricognitivo, semplificato ed esteso. La scelta del livello dipende dalla tipologia di istanza e dal potenziale impatto. In particolare, per le procedure estese, gli studi devono prevedere l'uso di un modello di dispersione per dimostrare il rispetto dei "Valori di accettabilità del disturbo olfattivo presso i ricettori". Questi valori sono fissati in funzione della sensibilità del ricettore (basata sulla classificazione ISTAT e sulle Zone Territoriali Omogenee).
Le linee guida definiscono in dettaglio la procedura per la "Gestione delle criticità correlate ad impianti esistenti" che si articola in tre fasi: indagine, imposizione modifica autorizzazione, verifica efficacia. In caso di criticità è prevista l'istituzione di un Tavolo Tecnico in cui il Comune, nella persona del Sindaco, assume un ruolo centrale, istituendo e coordinando il tavolo stesso al quale partecipano ARPA, AUSL e l'autorità competente al rilascio dell'autorizzazione, con il compito di valutare l'entità del disturbo, proporre ed attuare azioni di mitigazione.
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Sommario
1. Premessa
2. Definizioni
3. Campo di applicazione
4. Livelli di approfondimento e contenuto delle relazioni 4.a. Contenuti relazione procedura di ricognizione 4.b. Contenuti relazione procedura semplificata 4.c. Contenuti relazione procedura estesa
5. Valori di accettabilità del disturbo olfattivo presso i ricettori
6. Valutazioni, prescrizioni e monitoraggi 6.a. Valutazioni delle sorgenti odorigene 6.b. Prescrizioni e monitoraggi
7. Coordinamento con gli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistico
8. Requisiti degli studi di impatto olfattivo mediante simulazione di dispersione
9. Campionamento olfattometrico
10. Strategia di valutazione della percezione del disturbo olfattivo
11. Caratterizzazione chimica delle emissioni odorigene
12. Gestione delle criticità correlate ad impianti esistenti 12.a. Introduzione 12.b. Il ruolo degli Enti coinvolti 12.c. Indagine - FASE A 12.d. Modifica autorizzazione - Fase B 12.e. Verifica - Fase C
Indice delle Tabelle Tabella 1: Tipologia di impianto od attività a potenziale rischio osmogeno Tabella 2: Applicazione a procedimenti autorizzativi Tabella 3: strutture particolarmente sensibili Tabella 4: classi di sensibilità e valore di accettabilità (Tab. 3 decreto 309/2023) Tabella 5: transcodifica zone territorialmente omogenee e classificazione ex L.R. 1/2015
Indice delle figure Figura 1: Diagramma di flusso dei procedimenti autorizzativi ed applicazione art. 272 bis del D.Lgs. 152/2006 Figura 2: Diagramma di flusso delle attività di indagine sulle problematiche di odore
Legge 26 settembre 2025 n. 144 Deleghe al Governo in materia di retribuzione dei lavoratori e di contrattazione collettiva nonchè di procedure di controllo e informazione.
(GU n.230 del 03.10.2025)
Entrata in vigore del provvedimento: 18.10.2025
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Art. 1 Delega al Governo in materia di retribuzione dei lavoratori e di contrattazione collettiva Art. 2 Delega al Governo in materia di controlli e informazione sulla retribuzione dei lavoratori e sulla contrattazione collettiva Art. 3 Disposizioni finanziarie Art. 4 Ambito di applicazione
Decreto 11 settembre 2025 / CAM strade - modifica allegato 1 del decreto 5 agosto 2024
ID 24631 | 23.09.2025
Decreto 11 settembre 2025 Modifiche all'allegato 1 del decreto 5 agosto 2024, recante «Criteri ambientali minimi per l'affidamento del servizio di progettazione ed esecuzione dei lavori di costruzione, manutenzione e adeguamento delle infrastrutture stradali-CAM Strade.
Linee Guida Agenzia per l'Italia digitale (AgID) / Status Sett. 2025
ID 24624 | 22.09.2025 / In allegato
Linee Guida emanate da AgID delineanti regole e standard per l’attuazione e il rispetto delle norme nell’ambito dell'agenda digitale, della digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, della sicurezza informatica, dell’interoperabilità e della cooperazione applicativa tra sistemi informatici pubblici e dell’Unione europea.
Accessibilità Dati e open data Design PA Documento informatico Domicilio digitale E-procurement Interoperabilità Marcatura dei documenti normativi Modello ATe Punto di accesso telematico ai servizi della PA Riuso Servizi fiduciari Sicurezza informatica SPID[/box-note]
Accessibilità
Le Linee Guida sull'accessibilità degli strumenti informatici, così come disposto dall’ art. 11 della L. 4/2004, definiscono i requisiti tecnici per l’accessibilità degli strumenti informatici (inclusi i siti web e le applicazioni mobili), le metodologie tecniche per la verifica dell’accessibilità, il modello della dichiarazione di accessibilità, la metodologia di monitoraggio e valutazione della conformità degli strumenti informatici alle prescrizioni in materia di accessibilità, le circostanze in presenza delle quali si determina un onere sproporzionato.
Il DL 76/2020 ha esteso poi alcuni obblighi, previsti già dalla Legge 4/2004 per le pubbliche amministrazioni, ai soggetti che offrono servizi al pubblico, attraverso siti web o applicazioni mobili, con un fatturato medio, negli ultimi tre anni di attività, superiore a cinquecento milioni di euro. Anche in questo caso sono state redatte delle linee guida ad hoc.
Dal 15 maggio 2025 sono, invece, in consultazione pubblica le Linee Guida relative all’accessibilità dei servizi, in attuazione del D. Lgs. n. 82/2022 che ha recepito la Direttiva Europea 2019/882, nota come European Accessibility Act (EAA).
Linee Guida sull'accessibilità degli strumenti informatici - PA
Allegato 1 - Modello di dichiarazione di accessibilità
Allegato 2 - Modello di autovalutazione
Allegato 3 - Prodotti assistivi comunicazione classe 22
Linee Guida sull'accessibilità degli strumenti informatici per soggetti privati
Allegato 1 - Modello dichiarazione di accessibilità per soggetti privati
Linee Guida sull’accessibilità dei servizi (art. 21 Dlgs. n. 82 del 2022) - In consultazione pubblica
Dati e open data
Le Linee Guida sugli open data hanno l’obiettivo di supportare le pubbliche amministrazioni e gli altri soggetti interessati al processo di apertura dei dati e di riutilizzo dell’informazione del settore pubblico, attraverso indicazioni volte ad implementare le disposizioni e le modalità disciplinate dalle norme indicate.
Le Linee Guida sui dati territoriali, invece, stabiliscono le regole tecniche per la definizione e l’aggiornamento del contenuto del Repertorio nazionale dei dati territoriali, in ottemperanza al comma 5 art. 59 del CAD. Esse definiscono, inoltre, le modalità operative di accesso, comunicazione e popolamento del Repertorio da parte delle Pubbliche Amministrazioni, in coerenza con la direttiva 2007/2/CE (INSPIRE) e relativa norma di recepimento (D. Lgs. 32/2010), e con il Regolamento (CE) n. 1205/2008 della Commissione Europea del 3 dicembre 2008 e s.m.i.
Linee Guida recanti regole tecniche per l’apertura dei dati e il riutilizzo dell’informazione del settore pubblico
Linee Guida recanti regole tecniche per la definizione e l’aggiornamento del contenuto del Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali
Guida operativa sulle serie di dati di elevato valore
Design PA
Le Linee Guida hanno lo scopo di definire e orientare la progettazione e la realizzazione dei siti internet e dei servizi digitali erogati dalle Pubbliche Amministrazioni, secondo quanto definito dal CAD).
Documento informatico
Linee guida di design per i siti internet e i servizi digitali della Pubblica AmministrazioneLe Linee Guida costituiscono la nuova versione aggiornata delle regole tecniche in materia di formazione, protocollazione, gestione e conservazione del documento, già precedentemente regolate nei DPCM del 2013 e 2014. Obiettivo generale del documento è la semplificazione della gestione complessiva del documento informatico attraverso una visione d’insieme che aggrega in un “corpo unico” materie prima disciplinate separatamente.
Linee Guida sulla formazione, gestione e conservazione dei documenti informatici
Allegato 1 - Glossario dei termini e degli acronimi
Allegato 2 - Formati di file e riversamento
Allegato 3 - Certificazione di processo
Allegato 4 - Standard e Specifiche tecniche
Allegato 5 - I metadati
Allegato 6 - Comunicazione tra AOO di Documenti Amministrativi Protocollati
Vademecum per l’implementazione delle linee guida sulla formazione, gestione e conservazione dei documenti informatici
Linee Guida per il contrassegno generato elettronicamente ai sensi dell’articolo 23-ter, comma 5 del CAD
Domicilio digitale
Le Linee Guida INAD stabiliscono le modalità di realizzazione e gestione operativa dell’Indice nazionale dei domicili digitali delle persone fisiche, dei professionisti e degli altri enti di diritto privato non tenuti all’iscrizione in albi, elenchi o registri professionali o nel registro delle imprese, nonché le modalità di accesso allo stesso.
Le Linee Guida IPA, invece, definiscono le informazioni che costituiscono l’Indice dei domicili digitali delle pubbliche amministrazioni e dei gestori di pubblici servizi (IPA) e le regole che dovranno essere seguite dagli enti tenuti a pubblicare i propri riferimenti.
Linee Guida INAD
Linee Guida IPA
E-procurement
AgID è impegnata, sia a livello nazionale che europeo, in una serie di attività di regolazione, disegno e sviluppo, per la messa a punto dell'infrastruttura digitale a supporto della trasformazione digitale degli acquisti pubblici. In particolare coordina le attività finalizzate all’adozione dell’e-procurement nel settore pubblico e definisce le regole tecniche e le modalità per la certificazione delle piattaforme di approvvigionamento digitale descritte nello Schema Operativo secondo il nuovo Codice dei contratti pubblici.
Le Regole tecniche, e tutti i documenti pubblicati e correlati ad esse, rappresentano l’esito di un processo di consultazione permanente del mercato avviato da AgID con un approccio aperto, "open innovation", con tutti i soggetti facenti parte, a vario titolo, dell’ecosistema dell’e-procurement italiano.
Regole tecniche e-procurement
Schema operativo e-procurement
Allegato 1 - Modello di interoperabilità per le Piattaforme di approvvigionamento digitale
Allegato 2 - Checklist per la certificazione di componenti delle piattaforme di approvvigionamento digitale (dal 15 novembre 2023)
Allegato 2 - Checklist per la certificazione di componenti delle piattaforme di approvvigionamento digitale (fino al 14 novembre 2023)
Allegato 3 - Contenuto della Dichiarazione di conformità
Interoperabilità
Le Linee Guida individuano le tecnologie e gli standard che le Pubbliche Amministrazioni devono tenere in considerazione durante la realizzazione dei propri sistemi informatici, al fine di permettere il coordinamento informativo e informatico dei dati tra le amministrazioni centrali, regionali e locali, nonché tra queste e i sistemi dell’Unione Europea, con i gestori di servizi pubblici e dei soggetti privati.
Linee Guida sull’interoperabilità tecnica delle Pubbliche Amministrazioni
Allegato 1 - Pattern di interazione
Allegato 2 - Pattern di sicurezza
Allegato 3 - Profili di interoperabilità
Allegato 4 - Raccomandazioni di implementazione
Linee Guida tecnologie e standard per la sicurezza dell’interoperabilità tramite API dei sistemi informatici
Allegato 1 - Raccomandazioni in merito agli algoritmi per XML Canonicalization, Digest and signature SOAP e REST
Allegato 2 - Raccomandazioni in merito allo standard Transport Layer Security (TLS)
Linee Guida sull’infrastruttura tecnologica della PDND per l’interoperabilità dei sistemi informativi e delle basi di dati
Allegato 1 - Processo di adesione e Accordo di Adesione
Allegato 2 - Pubblicazione e fruizione delle API
Allegato 3 - Standard e dettagli tecnici utilizzati per la fruizione dei Voucher di autorizzazione
Allegato 4 - Processo di distribuzione dei segnali di variazione
Allegato 5 - Scambio di dati/informazioni asincrono con callback
Allegato 6 - Modelli di Collaborazione
Allegato 7 - Regole di popolamento
Marcatura dei documenti normativi
Le Linee guida forniscono le informazioni necessarie a consentire l'applicazione degli standard per la marcatura in XML degli atti normativi e per la loro univoca identificazione tramite URI, secondo le versioni aggiornate degli standard nazionali emanati con le circolari AIPA1 6 novembre 2001, n. 35 “Assegnazione dei nomi uniformi ai documenti giuridici” e 22 aprile 2002 n. 40 “Formato per la rappresentazione elettronica dei provvedimenti normativi tramite il linguaggio di marcatura XML”. Tali standard sono comunemente denominati “standard Normeinrete” o “standard NIR”, dal nome del progetto da cui hanno avuto origine.
Linee guida per la marcatura dei documenti normativi secondo gli standard normeinrete
Circolare n. 2/2019 Adozione di standard per la rappresentazione elettronica e l’identificazione univoca del patrimonio informativo di natura giuridica e istituzione del Forum Nazionale per l’informazione giuridica
Modello ATe
Le Linee guida regolano l’uso dei modelli ATe in caso di scadenza della certificazione ex articolo 30 del Regolamento (UE) 910/2014, come modificato dal Regolamento (UE) 2024/1183” che integrano le regole tecniche del D.P.C.M. 24 maggio 2010.
Il Modello ATe è la tessera di riconoscimento dei dipendenti pubblici costituita da una smart card in plastica, su cui sono stampati con tecnologia laser i dati personali del titolare. La tessera integra anche un microchip che permette di accedere a funzioni diverse, come applicazioni per la rilevazione degli accessi, l’autenticazione a servizi digitali erogati in rete e la firma elettronica qualificata.
Linee guida operative per regolare l’uso dei modelli ATe
Punto di accesso telematico ai servizi della PA
Le Linee guida relative al Punto di accesso telematico di cui all’articolo 64-bis del CAD, definiscono i requisiti tecnici e organizzativi per la realizzazione e la gestione del Punto di Accesso Telematico (PAT), il portale unico attraverso cui i cittadini e le imprese possono accedere ai servizi online della PA.
Linee guida sul punto di accesso telematico ai servizi della Pubblica Amministrazione
Riuso
Le Linee guida su acquisizione e riuso di software per le pubbliche amministrazioni indirizzano le amministrazioni nel processo decisionale per l’acquisto di software, la condivisione e il riuso delle soluzioni open source.
Le linee guida promuovono un cambio culturale verso un più ampio utilizzo del software di tipo aperto facendo sì che qualsiasi investimento di una PA sia messo a fattor comune delle altre amministrazioni e della collettività e consentendo di semplificare le scelte di acquisto e gli investimenti in tema di servizi digitali.
Linee guida su acquisizione e riuso di software per le pubbliche amministrazioni
Servizi fiduciari
Le Linee Guida contengono alcune previsioni rese obbligatorie in forza o in attuazione del regolamento eIDAS e indicazioni volte a garantire maggiormente l’interoperabilità e la fruizione dei servizi in rete nel contesto italiano in merito alla generazione di certificati elettronici qualificati, alle firme e ai sigilli elettronici qualificati e alle validazioni temporali elettroniche qualificate.
Linee guida contenenti Regole Tecniche e Raccomandazioni sulla generazione di certificati elettronici qualificati, firme e sigilli elettronici qualificati e validazioni temporali elettroniche qualificate
Linee Guida relative alle Regole Tecniche per la sottoscrizione elettronica di documenti ai sensi dell'art. 20 del CAD
Sicurezza informatica
Le linee guida sulla sicurezza forniscono un insieme di indicazioni per affrontare e risolvere correttamente le problematiche tipicamente legate allo sviluppo del software sicuro e, in generale, alla sicurezza del software di base, al fine di individuare le misure da adottare per difendere ogni componente da possibili minacce accidentali e/o intenzionali e proteggere i dati trattati da furti o compromissioni.
Linee Guida di sicurezza nello sviluppo delle applicazioni
Allegato A - Linee Guida per l'adozione di un ciclo di sviluppo di software sicuro
Allegato B - Linee Guida per lo sviluppo sicuro di codice
Allegato C - Linee Guida per la configurazione per adeguare la sicurezza del software di base
Allegato D - Linee Guida per la modellazione delle minacce ed individuazione delle azioni di mitigazione conformi ai principi del secure/privacy by design
SPID, sistema pubblico di identità digitale
Le Linee Guida SPID definiscono le regole e le procedure per il rilascio e l'utilizzo del Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID). Questi documenti tecnici sono fondamentali per garantire la sicurezza, l'affidabilità e l'interoperabilità del sistema SPID.
Linee Guida operativa per la fruizione dei servizi spid da parte dei minori
Linee Guida per la realizzazione di un modello di R.A.O. pubblico
Linee Guida OpenID Connect in SPID
Linee Guida per il rilascio dell’identità digitale per uso professionale
Linee guida recanti le regole tecniche dei gestori di attributi qualificati
Decreto ministeriale n. 135 del 17 settembre 2025 Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro di cui all'articolo 6, Decreto legislativo 9 aprile 2008, 81 - Sostituzione dei componenti effettivo e supplente in rappresentanza del Ministero dell'Agricoltura, della Sovrarnità Alimentare e delle Foreste
Provvedimento Garante Privacy dell'11 settembre 2025 / Blocco Face boardings SEA Milano Linate
ID 24598 | 17.09.2025 / In allegato Provvedimento
Il Garante della Privacy , con il Provvedimento dell'11 settembre 2025, blocca il servizio di riconoscimento del volto all’imbarco in aereo (Face boardings) a SEA Milano Linate.
Il Garante Privacy
a) ai sensi dell’art. 58, par. 2, lett. f) del Regolamento dispone, nei confronti di Società per Azioni Esercizi Aeroportuali S.E.A., con sede in Segrate (MI), p. iva n. 00826040156, la misura della limitazione provvisoria del trattamento dei dati biometrici dei passeggeri posto in essere, per il tramite del sistema FaceBoarding, ai fini dell’identificazione di questi ultimi ai varchi di accesso all’area sterile e ai gate di imbarco presso l’aeroporto di Milano Linate;
b) detta limitazione è disposta, salva successiva ulteriore valutazione, per il tempo necessario a consentire a questa Autorità il completamento dell’istruttoria avviata nei confronti della predetta Società e ha effetto immediato a decorrere dalla data di ricezione del presente provvedimento;
c) ai sensi dell’art. 154-bis, comma 3 del Codice e dell’art. 37 del Regolamento del Garante n. 1/2019, dispone la pubblicazione del presente provvedimento sul sito internet dell’Autorità;
d) ai sensi dell’art. 17 del Regolamento n. 1/2019, dispone l’annotazione delle violazioni e delle misure adottate in conformità all’art. 58, par. 2 del Regolamento, nel registro interno dell’Autorità previsto dall’art. 57, par. 1, lett. u) del Regolamento.
Ai sensi dell’art. 78 del Regolamento, nonché degli articoli 152 del Codice e 10 del d.lgs. n. 150/2011, avverso il presente provvedimento può essere proposta opposizione all'autorità giudiziaria ordinaria, con ricorso depositato al tribunale ordinario del luogo individuato nel medesimo art. 10, entro il termine di trenta giorni dalla data di comunicazione del provvedimento stesso, ovvero di sessanta giorni se il ricorrente risiede all'estero. ... segue allegato
Rapporto ISTISAN 25/15 - Qualità dell’aria indoor negli uffici
ID 24579 | 12.09.2025 / In allegato
Rapporto ISTISAN 25/15 - Qualità dell’aria indoor negli uffici: strategie di monitoraggio degli inquinanti chimici e biologici
Obiettivo di questo documento è fornire delle corrette strategie di monitoraggio dell’aria indoor negli uffici sia per un’adeguata attività di misura, acquisizione, verifica e valutazione degli inquinanti chimici e biologici, sia per supportare adeguatamente specifici protocolli di prevenzione individuale e collettiva, con l’obiettivo di migliorare lo stato di salute del personale, e per ribadire il ruolo centrale di responsabilità nella promozione e tutela della salute da parte dei luoghi di lavoro così come previsto dalla World Health Organization e dagli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Si riportano i principali fattori da considerare per pianificare le attività di monitoraggio in relazione agli ambienti e alle sorgenti indoor.
Vengono descritti i principi generali e le caratteristiche dei metodi per il campionamento e l’analisi dei Composti Organici Volatili (COV), del materiale particellare (PM10 e PM2,5), dei microinquinanti organici (IPA, PCDD/F e PCB) e inorganici (metalli e metalloidi), biologici (virus, batteri, funghi e allergeni) con riferimento alle norme elaborate a livello europeo.
Per programmare un piano di monitoraggio della qualità dell’aria negli uffici risulta di grande utilità la raccolta delle informazioni di base sull’edificio, sull’appartamento o su una parte dell’edificio o dell’appartamento occupato/adibito a tale attività, sull’ubicazione, sulle componenti costruttive e impiantistiche presenti nei diversi ambienti.
L’elaborazione di queste informazioni di base è essenziale per:
- determinare il tipo e il numero di sostanze inquinanti da ricercare (es. nel caso specifico di uffici a servizio di attività produttive artigianali/industriali, è necessario raccogliere informazioni sui possibili inquinanti prodotti/derivanti dall’attività stessa); - stabilire le modalità operative con cui effettuare il monitoraggio (es. rilevamento di tipo continuo o frazionato); - individuare le metodologie di rilevamento ufficiali (es. metodi ISO, EN, UNI, Rapporti ISTISAN), per la scelta di strumentazione e opportuni materiali di campionamento e per l’impostazione della corretta durata da adottare (es. 30 minuti, 1 ora, 8 ore, 24 ore, ecc.); - finalizzare gli obiettivi specifici del programma di monitoraggio e per la scelta dei valori numerici di riferimento da utilizzare per interpretare e valutare i risultati (es. valori guida, riferimento, valori d’azione, ecc.) presenti nei documenti sulla air quality della WHO oppure quelli presenti nella specifica legislazione di altri Paesi europei (Appendice A).
Va ricordato come la strategia di monitoraggio dell’aria è redatta e modulata di volta in volta per rispondere agli obiettivi, agli scopi specifici e alle finalità che si vogliono raggiungere con lo svolgimento delle attività di monitoraggio, che tiene conto della natura dei contaminanti e dei loro effetti sulla salute, della natura dell’esposizione (costante, intermittente, occasionale, ecc.), dei metodi di misurazione e delle loro caratteristiche, dei tempi, della durata e della frequenza delle misure, del numero di personale interessato, dei valori di riferimento, valori guida, ecc., per raccogliere, interpretare, valutare e comunicare al meglio i dati e i risultati del monitoraggio. ...
INDICE
Acronimi
Presentazione
1. Inquinanti chimici: strategie e metodi di monitoraggio dell’aria indoor 1.1. Informazioni di base necessarie al monitoraggio dell’aria indoor 1.2. Programmazione delle attività di monitoraggio dell’aria indoor negli uffici 1.3. Obiettivi, modalità, tempi e frequenza del monitoraggio dell’aria indoor 1.4. Scelta dei punti di prelievo per il monitoraggio e posizionamento della strumentazione di rilevamento 1.5. Misure contemporanee in aria ambiente outdoor 1.6. Attività da effettuare prima dell’inizio del monitoraggio dell’aria indoor
2. Inquinanti biologici: strategie e metodi di monitoraggio dell’aria indoor 2.1. Rischio biologico negli uffici e ambienti similari 2.1.1. Microrganismi negli uffici e ambienti similari 2.1.2. Virus negli uffici e ambienti similari 2.1.3. Allergeni negli uffici e ambienti similari 2.2. Obiettivi, durata e frequenza del monitoraggio dell’aria indoor 2.2.1. Campionamento di microrganismi 2.2.2. Campionamento di virus 2.2.3. Campionamento di allergeni 2.3. Campionamento dalle superfici 2.3.1. Campionamento di virus dalle superfici 2.3.2. Campionamento di allergeni dalle superfici 2.4. Metodi di analisi 2.4.1. Metodi di analisi per i batteri e i funghi 2.4.2. Metodi di analisi per i virus 2.4.3. Metodi di analisi per gli allergeni
Bibliografia
Appendice A Valori guida WHO e valori di riferimento utilizzati in alcuni Paesi europei per gli inquinanti chimici e biologici
Appendice B Questionario per la raccolta di informazioni di base sulle strutture scolastiche per la valutazione dell’aria indoor Appendice C Questionario per report delle informazioni da registrare durante i monitoraggi dell’aria indoor
Orientamenti sui dati dei veicoli | Regolamento (UE) 2023/2854
ID 24587 | 15.09.2025 / In allegato
Comunicazione della Commissione - Orientamenti sui dati dei veicoli, che accompagnano il regolamento (UE) 2023/2854 del Parlamento europeo e del Consiglio (regolamento sui dati)
GU C/2025/5026 del 15.9.2025
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Il regolamento (UE) 2023/2854 del Parlamento europeo e del Consiglio, riguardante norme armonizzate sull’accesso equo ai dati e sul loro utilizzo («regolamento sui dati»), mira a garantire un’equa ripartizione del valore dei dati e a rafforzare la disponibilità dei dati. In questo modo si creeranno le condizioni per una florida economia dei dati e si consentirà lo sviluppo di prodotti, servizi e modelli imprenditoriali innovativi. Il regolamento sui dati è un atto legislativo orizzontale che si applica a tutti gli ambiti e i settori dell’economia.
I presenti orientamenti sui dati dei veicoli, che sono rivolti in particolare ai portatori di interessi del settore automobilistico, riguardano le modalità di attuazione del capo II del regolamento sui dati. Mirano a spiegare gli obblighi fondamentali derivanti dal regolamento sui dati per quanto riguarda i dati dei veicoli quali definiti al paragrafo 19 dei presenti orientamenti, concentrandosi sui dati che rientrano nell’ambito di applicazione del capo II del regolamento sui dati e sulle norme applicabili in tema di accesso.
Per la redazione del presente documento di orientamento, la Commissione ha svolto un’ampia consultazione. Quest’ultima ha coinvolto numerosi portatori di interessi in rappresentanza dell’intera catena del valore del settore automobilistico, ed è stata equilibrata dal punto di vista geografico e settoriale. La consultazione ha incluso seminari, questionari e riunioni dei portatori di interessi. La Commissione ha debitamente esaminato e valutato gli ampi contributi ricevuti e ne ha tenuto conto nella preparazione degli orientamenti.
Il presente documento ha unicamente scopo orientativo. Non estende né modifica i diritti o gli obblighi stabiliti a norma del regolamento sui dati.
Dati INAIL 08/2025 - Focus settore alimentare L’industria alimentare, un esempio di resilienza - Industria alimentare: in crescita gli infortuni nel quinquennio - Le malattie professionali dell’industria alimentare - Il comparto delle biotecnologie: una panoramica - Open data inail, on line lo storico degli infortuni e delle malattie professionali
Nel nuovo numero del periodico curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto la fotografia aggiornata di un settore importante dell’economia nazionale, che registra una crescita costante di produzione e fatturato. L’incremento delle denunce rilevato nel quinquennio 2020-2024 ha interessato sia gli infortuni in occasione di lavoro, che rappresentano oltre l’83% del totale, sia quelli avvenuti in itinere. In calo, invece, i casi mortali.
[box-info]Il nuovo numero di Dati Inail, periodico curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, si sofferma sull’industria alimentare italiana, settore che nel 2023 impiegava oltre 426mila lavoratori in quasi 49mila aziende, l’85% delle quali con meno di 10 addetti. Il comparto, che comprende la produzione, trasformazione e distribuzione di alimenti e bevande, si conferma centrale per l’economia nazionale, con un volume produttivo e un fatturato in costante crescita. Nel quinquennio 2020-2024 le denunce di infortunio sono passate da 9.422 a 11.281 (+20% circa). L’incremento ha interessato sia gli infortuni avvenuti durante l’attività lavorativa, che rappresentano oltre l’83% del totale, sia quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto casa-lavoro-casa, che superano il 16% del totale e risultano in aumento di quattro punti percentuali rispetto al 2020. In calo, invece, i casi mortali, dai 44 del 2020, influenzati dalla pandemia, ai 16 del 2024, con una media di 25 decessi all’anno denunciati tra il 2021 e il 2023.[/box-info]
Differenze di genere, mansioni e tipologie di lesione. Rivolgendo l’attenzione ai soli casi avvenuti in occasione di lavoro si osserva che l’incremento complessivo delle denunce (+13,6%) è stato più marcato tra le lavoratrici (+27,3%) rispetto ai colleghi uomini (+8,6%). I comparti più colpiti sono quelli della lavorazione e conservazione delle carni e della produzione di prodotti da forno, con quasi il 56% degli infortuni e la metà dei decessi sul lavoro, mentre tra le professioni spiccano gli addetti a macchine confezionatrici, alla conservazione di carni e alla produzione di prodotti da forno (oltre il 24% del totale), i macellai e gli abbattitori di animali (17% circa), i panettieri (10,4%) e i commessi (quasi 5%). Al netto dei casi non codificati, la mano è la parte più coinvolta negli infortuni (36,1%), seguita da colonna vertebrale (7,0%), caviglia e piede (6,7% ciascuno). Dal punto di vista della natura della lesione, le contusioni rappresentano oltre un terzo di casi, seguite da ferite (27%) e da lussazioni, distorsioni, distrazioni e fratture (15% ciascuna), mentre il restante 8% riguarda lesioni da agenti infettivi, sforzi e perdite anatomiche.
Tra gli infortunati una quota rilevante di lavoratori stranieri. Quasi tre infortuni su quattro avvenuti durante l’attività lavorativa si sono verificati al Nord, in linea con una maggiore presenza di occupati nell’area settentrionale rispetto al resto del Paese. Seguono a distanza il Mezzogiorno (16,6%) e il Centro (12,0%). In valore assoluto le regioni che hanno registrato il maggior numero di denunce nel 2024 sono l’Emilia Romagna (2.282), la Lombardia (1.699) e il Veneto (1.350). Tra i settori dell’industria manifatturiera, l’alimentare è uno di quelli in cui è più alta la presenza di infortunati nati all’estero (circa il 15% dei casi), preceduto soltanto dal comparto della fabbricazione dei metalli. Tra gli stranieri, in particolare, poco più di due denunce su cinque hanno riguardato lavoratori occupati nella lavorazione e conservazione di carne, provenienti principalmente da Marocco, Albania, Ghana e Nigeria, e più di un quinto quelli nella produzione di prodotti da forno, in particolare romeni, marocchini e albanesi.
Il trend delle malattie professionali. Per quanto riguarda le patologie lavoro-correlate, nel 2024 le denunce nell’industria alimentare sono state 2.107, pari al 14,0% delle 15.096 rilevate in tutto il settore manifatturiero. Rispetto ai 1.619 casi dell’anno precedente l’incremento è del 30,1%, contro il +18,8% rilevato nell’intero manifatturiero. Tra i comparti la maggior parte delle denunce si registra nella lavorazione delle carni (41,1%), nella produzione di prodotti da forno (32,1%) e nell’industria lattiero-casearia (8,2%). Oltre il 77% delle denunce, al netto delle non determinate, riguarda malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo, in particolare dorsopatie e disturbi dei tessuti molli, che sono più che raddoppiate nel quinquennio e cresciute del 31% nell’ultimo biennio. Le lavorazioni che espongono maggiormente a questi rischi sono quelle che comportano posture scorrette o movimenti ripetitivi, come le mansioni di disossatore o panettiere. Seguono le patologie del sistema nervoso (16,3%) e dell’orecchio (3,2%), in aumento mediamente di circa il 24% tra il 2023 e il 2024.
Le biotecnologie tra innovazione e nuove sfide per la sicurezza. Il nuovo numero di Dati Inail dedica un approfondimento anche al comparto delle biotecnologie, settore in rapida evoluzione grazie all’integrazione con nanotecnologie e intelligenza artificiale, che stanno rivoluzionando la ricerca scientifica e industriale. La combinazione della biotecnologia con la nanotecnologia porta per esempio allo sviluppo di nuovi materiali e dispositivi con proprietà e funzioni peculiari, come nel caso dei sistemi di somministrazione di farmaci e dei biosensori, mentre l’interazione delle biotecnologie con l’IA ha condotto alla creazione del più esteso database di strutture 3D di proteine umane (oltre 200 milioni), previste sulla base della valutazione della sequenza amminoacidica. Questa trasformazione richiede nuove strategie di prevenzione e gestione dei rischi lavorativi, con particolare attenzione alla formazione degli operatori e all’aggiornamento delle misure di sicurezza anche in ambito alimentare, dove le innovazioni possono introdurre fattori di rischio inediti legati all’esposizione ad agenti biologici, a organismi e microrganismi geneticamente modificati o ad agenti chimici pericolosi.
Con l’archivio storico degli Open data ampliata l’offerta informativo-statistica. Un’altra novità segnalata dal periodico curato dalla Csa riguarda l’offerta informativo-statistica dell’Istituto, recentemente arricchita con la pubblicazione dell’archivio storico degli Open data su infortuni e malattie professionali, superando la logica di sovrascrittura dei dati a ogni nuovo aggiornamento mensile o semestrale. Da fine luglio, infatti, oltre ai dati più recenti è possibile consultare anche quelli dei periodi precedenti, per la cadenza semestrale a partire dal 2008 per gli infortuni e dal 2009 per le malattie professionali. Il servizio consente di selezionare tipologia di evento, anno, mese, regione e formato del file che si intende scaricare, offrendo così a cittadini, ricercatori, consulenti, università e imprese la possibilità di effettuare analisi personalizzate e approfondite. L’accesso agli Open data, concepito nella logica dei dati accessibili, condivisibili e senza restrizioni di riutilizzo, rappresenta uno strumento fondamentale per favorire la trasparenza, la prevenzione e la conoscenza dei trend infortunistici e tecnopatici.