ID 24814 | 28.10.2025 / In allegato Rapporti regionali
28.10.2025 - Pubblicati da INAIL i Rapporti annuali per regione 2024
Dati rilevati al 30 Aprile 2025
Nella Sezione I, trovano esposizione in formato tabellare i dati relativi al portafoglio gestionale, al numero delle denunce di infortuni e di malattie professionali, ai risultati delle attività svolte negli ambiti della vigilanza assicurativa, della cura, riabilitazione e del reinserimento, della prevenzione (incentivi per la sicurezza) e dei servizi di omologazione e certificazione. Gli eventi e i progetti più significativi realizzati da ciascuna Struttura regionale/provinciale sono raccolti nella Sezione II.
Introduzione Sintesi dei principali andamenti regionali
Sezione 1 - dati statistici La situazione nel mondo del lavoro nei dati Inail Infortuni Malattie professionali Cura, riabilitazione, reinserimento Azioni e servizi
Sezione 2 - eventi e progetti Nota metodologica - dati rilevati al 30 aprile 2025 Indice delle tabelle Glossario
UNI EN ISO 17635:2025 / Controllo non distruttivo delle saldature - Materiali metallici
ID 24810 | 27.10.2025 / Preview in allegato
UNI EN ISO 17635:2025 Controllo non distruttivo delle saldature - Regole generali per i materiali metallici
La norma, aggiornata essenzialmente nell'appendice A e per la cancellazione dell'appendice C, fornisce una guida per la scelta dei metodi di controllo non distruttivo delle saldature e per la valutazione dei risultati ai fini del controllo qualità e tiene conto del materiale, dello spessore della saldatura, del procedimento di saldatura e dell'estensione dell'esame.
La norma specifica inoltre le regole generali e le norme applicabili per i diversi tipi di controllo, sia dal punto di vista metodologico sia da quello dei livelli di accettabilità per i materiali metallici. I requisiti per i livelli di accettabilità per il controllo non distruttivo delle imperfezioni rispettano i livelli di qualità contenuti nelle UNI EN ISO 5817 o UNI EN ISO 10042 (moderato, medio, severo), solo in via generale e non dettagliatamente per ogni indicazione.
Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici - Ed. 2025
ID 24795 | 24.10.2025 / In allegato
Il territorio italiano cambia ancora: nel 2024 sono stati coperti da nuove superfici artificiali quasi 84 chilometri quadrati, con un incremento del 16% rispetto all’anno precedente. Con oltre 78 km2 di consumo di suolo netto si tratta del valore più alto dell’ultimo decennio. A fronte di poco più di 5 km² restituiti alla natura, il quadro resta sbilanciato: ogni ora si perde una porzione di suolo pari a circa 10mila metri quadrati, come se dal mosaico del territorio venisse staccato un tassello dopo l’altro.
Sono i dati del Rapporto SNPA “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, che fotografa con precisione l’evoluzione di un fenomeno capace di incidere sulla qualità della vita, sull’ambiente e sugli ecosistemi. Il documento non si limita a registrare le criticità: emergono anche esperienze di rigenerazione e rinaturalizzazione che mostrano come invertire la rotta sia possibile.
Ad accompagnare il Rapporto c’è, come ogni anno, l’EcoAtlante di ISPRA: mappe interattive e scaricabili che consentono di osservare le trasformazioni del territorio e personalizzare le informazioni in base alle esigenze.
Il ripristino del suolo in Italia
Con la parola ripristino si intendono quelle aree in cui il suolo da una condizione artificializzata torna ad una naturalizzata, spesso dovuta alla rimozione delle aree di cantiere. Tale processo, lento a prendere piede nel nostro paese, nel 2024 interessa una superficie complessiva di 5,2 chilometri quadrati, in calo rispetto agli 8,2 chilometri quadrati del 2023.
Un caso particolare è quello dell’Emilia-Romagna, che ripristina durante lo scorso anno 143 ettari di suolo, grazie soprattutto alla rinaturalizzazione di cave dismesse e alla chiusura di cantieri legati alla realizzazione di metanodotti e di altre opere.
La necessità di intervenire sul ripristino del suolo trova oggi un ulteriore riconoscimento: oltre al recente Regolamento sul ripristino della natura, il Parlamento europeo ha approvato il 23 ottobre 2025 la prima Direttiva sul suolo, che definisce un quadro comune per monitorarne la salute e contrastarne il degrado. L’obiettivo è raggiungere suoli sani in tutta Europa e ridurne il consumo. Il sistema di monitoraggio SNPA, già in linea con le nuove disposizioni europee, è stato uno dei principali punti di riferimento nella definizione della Direttiva.
Il consumo di suolo regionale
Al 2024 in 15 regioni risulta ormai consumato più del 5% di territorio, con massimi in Lombardia (12,22%), Veneto (11,86%) e Campania (10,61%). Il maggiore consumo di suolo annuale si osserva in Emilia-Romagna, che, con poco più di 1.000 ettari consumati (86% di tipo reversibile), è la regione con i valori più alti sia per le perdite sia per gli interventi di recupero, in Lombardia (834 ettari), Puglia (818 ettari), Sicilia (799 ettari) e Lazio (785 ettari). La crescita percentuale maggiore dell’ultimo anno è avvenuta in Sardegna (+0,83%), Abruzzo (+0,59%), Lazio (+0,56%) e Puglia (+0,52%), mentre l’Emilia-Romagna si ferma al +0,50%.
Anche La Valle d’Aosta, che resta la regione con il consumo inferiore, aggiunge comunque più di 10 ettari di nuovo consumo. La Liguria (28 ettari) e il Molise (49 ettari) sono le uniche regioni, insieme alla Valle d’Aosta, con un consumo al di sotto di 50 ettari.
Aree a rischio dissesto, coste e aree protette
Confermata, anche per l’anno preso in considerazione, la tendenza al rialzo della superficie di suolo consumato nelle aree a rischio dissesto dove il fenomeno, dopo il rallentamento registrato nel 2023, torna a correre: +1.303 ettari nelle zone a pericolosità idraulica media e +600 ettari nelle zone a pericolosità da frana.
Prosegue l’impermeabilizzazione lungo le fasce costiere, dove la percentuale di suolo consumato nei primi 300 metri dal mare è più del triplo del resto del territorio nazionale (22,9%), nelle pianure (11,4%), nei fondi valle e nelle aree a vocazione agricola vicino a quelle urbane.
Diminuisce ancora la disponibilità di verde in città: il 2024 registra una perdita ulteriore di oltre 3.750 ettari di aree naturali.
In crescita il consumo di suolo nelle aree protette nelle quali si ricoprono altri 81 ettari dei quali oltre il 73% riguarda i Parchi naturali nazionali (28,7 ettari) e regionali (30,8 ettari). Nelle aree Natura 2000, infine, le nuove superfici artificiali ammontano a 192,6 ettari (+14% rispetto allo scorso anno).
Fotovoltaico a terra
Nel 2024 il consumo di suolo dovuto ai nuovi pannelli fotovoltaici risulta quadruplicato: si passa dai 420 ettari del 2023 a oltre 1.700 ettari del 2024 (dei quali l’80% su superfici precedentemente utilizzate ai fini agricoli) di suolo ricoperto, un aumento notevole se si considerano i 75 ettari e i 263 rilevati rispettivamente nel 2021 e nel 2022. Tra le regioni che destinano più territorio a questo tipo di impianti spiccano Lazio (443 ettari), Sardegna (293 ettari) e Sicilia (272 ettari).
Passa, infine, dai 254 ettari del 2023 ai 132 ettari del 2024 la superficie destinata agli impianti fotovoltaici a terra come l’agrivoltaico che, limitando l’impatto sul suolo, non vengono considerati tra le cause di consumo.
Logistica e sviluppo dei data center
Anche su questo fronte non si registrano diminuzioni: dal 2006 a oggi, le coperture artificiali riconducibili alla logistica raggiungono un totale di poco superiore ai 6.000 ettari. Un fenomeno che risulta in aumento soprattutto in Emilia-Romagna (+107 ettari), Piemonte (+74 ettari) e Lombardia (+69 ettari).
Negli ultimi anni, al progressivo consumo di suolo dovuto alla logistica si è affiancata una nuova dinamica territoriale dovuta all’espansione dei data center, alimentata dalla crescente esigenza di infrastrutture digitali e servizi cloud. Tale sviluppo ha comportato, nel solo anno 2024 e considerando gli interventi più significativi, l'occupazione di oltre 37 ettari di superficie, con una concentrazione prevalente nelle aree settentrionali del Paese.
I dati aggiornati del consumo di suolo in Italia evidenziano la necessità di incentivare il passaggio dalla logica dell'espansione su aree naturali alla logica della rigenerazione, della riqualificazione e del riutilizzo delle aree costruite esistenti, dando la priorità assoluta al riuso al recupero delle aree già edificate e urbanizzate, a partire da quelle dismesse o degradate.
ID 24792 | 23.10.2025 / In allegato Bozza DPCM aprile 2025
Roma, 23 ottobre 2025 (comunicato stampa)
Approvati in Conferenza Stato-Regioni i nuovi livelli essenziali di assistenza che aggiornano quanto previsto dal DPCM 12 gennaio del 2017.
L’obiettivo dell’intervento è quello di eliminare prestazioni ormai obsolete, migliorare l’appropriatezza organizzativa e clinica e favorire una maggiore razionalizzazione prescrittiva, in linea con la riduzione degli oneri per il Servizio sanitario nazionale.
In particolare, le Regioni si sono espresse favorevolmente sul DPCM con impatto economico che prevede, a titolo esemplificativo, l’inserimento di:
- due nuove prestazioni relative alla terapia psicoeducazionale per disturbi dell’alimentazione e della nutrizione, sia per sedute individuali sia collettive;
- tre nuove malattie croniche esenti dalla partecipazione del paziente al costo delle prestazioni, con l’indicazione della durata minima dell’attestato di esenzione: sindrome fibromialgica, idrosadenite cronica suppurativa e malattia polmonare da micobatteri non tubercolari;
- prestazioni specialistiche per il controllo della gravidanza fisiologica.
Parere favorevole delle Regioni anche sul secondo provvedimento, il Decreto del Ministro della Salute “isorisorse”, a neutralità finanziaria, che aggiorna, tra gli altri:
- gli elenchi delle malattie rare che danno diritto all’esenzione dalla partecipazione al costo delle prestazioni correlate alla malattia;
- le prestazioni di assistenza termale;
- i Diagnosis Related Group (DRG) per i ricoveri in regime di degenza ordinaria ad alto rischio di non appropriatezza.
La Conferenza della Regioni, inoltre, ha ricordato la necessità di garantire un’interlocuzione diretta e continuativa con la Commissione LEA del Ministero della Salute anche al fine di poter condividere tematiche e quesiti relativi all’aggiornamento e all’inserimento di altre prestazioni, ancora non previste.
Condivisa, infine, l’osservazione relativa ai tempi di entrata in vigore dei due provvedimenti, che le Regioni chiedono siano portati a un termine non inferiore ai 30 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale, in modo da consentire anche l’adeguamento di tutti i sistemi centrali e regionali. ... Collegati [box-note]DPCM 12 gennaio 2017 [/box-note]
Con il parere n. 3697/2025 pubblicato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) la parità di genere rientra tra i requisiti strutturali della partecipazione alle gare pubbliche.
Le aziende con più di 50 dipendenti sono tenute a redigere e trasmettere il rapporto biennale sulla parità di genere ai sensi dell'Art. 46 del Decreto Legislativo 11 aprile 2006 n. 198 (Codice delle pari opportunità).
La mancata presentazione comporta l’esclusione da qualsiasi gara pubblica.
[box-info]Il rapporto sulla situazione del personale (Rapporto pari opportunità)
Il Decreto Legislativo 11 aprile 2006 n. 198 (Codice delle pari opportunità), all'Art. 46, prevede che le aziende pubbliche e private con più di 50 addetti debbano redigere il rapporto ogni due anni attraverso la piattaforma online del Ministero del Lavoro.
La scadenza è il 30 aprile dell'anno successivo. _______
Art. 46 Rapporto sulla situazione del personale (legge 10 aprile 1991, n. 125, articolo 9, commi 1, 2, 3 e 4)
1. Le aziende pubbliche e private che occupano oltre cinquanta dipendenti sono tenute a redigere un rapporto ogni due anni sulla situazione del personale maschile e femminile in ognuna delle professioni ed in relazione allo stato di assunzioni, della formazione, della promozione professionale, dei livelli, dei passaggi di categoria o di qualifica, di altri fenomeni di mobilità, dell'intervento della Cassa integrazione guadagni, dei licenziamenti, dei prepensionamenti e pensionamenti, della retribuzione effettivamente corrisposta.
1-bis. Le aziende pubbliche e private che occupano fino a cinquanta dipendenti possono, su base volontaria, redigere il rapporto di cui al comma 1 con le modalità previste dal presente articolo. ...[/box-info]
Parere MIT n. 3697/2025
Quesito del Servizio Supporto Giuridico - MIT
Codice identificativo:
3697
Data emissione:
02/10/2025
Argomenti:
Requisiti generali
Oggetto:
Cause di esclusione ai sensi dell'articolo 94 comma 5 lettera c) del d.lgs. 36/2023
Quesito:
A seguito dell'entrata in vigore del d.lgs. 209/2024, si chiede se la causa di esclusione di cui all'articolo 94, comma 5, lettera c) del d.lgs. 36/2023 continua ad applicarsi esclusivamente alle procedure afferenti agli investimenti pubblici finanziati, in tutto o in parte, con le risorse prevista dal regolamento (UE) n. 2021/240 del parlamento europeo e del Consiglio, del 10 febbraio 2021 e dal regolamento (UE) n. 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 febbraio 2021, oppure si estende a tutte le tipologie di appalti (lavori, servizi e forniture) finanzianti con mezzi propri dell'Ente o fondi nazionali.
Risposta aggiornata
Come previsto all’art. 94 co 5 lettera c) per gli operatori economici tenuti alla redazione del rapporto sulla situazione del personale, ai sensi dell’articolo 46 del codice delle pari opportunità tra uomo e donna di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006 n. 198, determina l’esclusione la mancata trasmissione (al momento della presentazione della domanda di partecipazione o entro la scadenza della presentazione delle offerte) dell’ultimo rapporto redatto con attestazione della sua conformità a quello trasmesso alle rappresentanze sindacali aziendali e alla consigliera e al consigliere regionale di parità, per le procedure afferenti agli investimenti pubblici finanziati, in tutto o in parte, con le risorse PNRR/PNC.
Al riguardo si rileva che l’art. 57 al co 2 bis, inserito con il d.lgs. 209/2024, rinvia all’allegato II.3 a prescindere dal finanziamento utilizzato e pertanto, ai sensi dell’art. 1 dello stesso allegato, il suddetto obbligo sussiste anche per gli interventi che utilizzano altre tipologie di finanziamento. Pertanto, anche nei suddetti casi la mancata trasmissione del suddetto rapporto sulla situazione del personale per gli operatori economici, tenuti alla redazione ai sensi dell’articolo 46 del codice delle pari opportunità tra uomo e donna, determina l’esclusione dalla gara.
«“4. Il gestore può determinare la frazione di biomassa considerandola identica alla frazione di biomassa con fattore di emissione pari a zero del biogas utilizzando la documentazione relativa all’acquisto di biogas di un valore energetico equivalente, a condizione che dimostri in modo giudicato soddisfacente dall’autorità competente che:”;»
leggasi:
«“4. Il gestore può determinare la frazione di biomassa e la frazione identica di biomassa con fattore di emissione pari a zero del biogas utilizzando la documentazione relativa all’acquisto di biogas di un valore energetico equivalente, a condizione che dimostri in modo giudicato soddisfacente dall’autorità competente che:";».
«Il gestore può determinare la frazione di RFNBO o RCF considerandola identica alla frazione di RFNBO o RCF con fattore di emissione pari a zero del gas naturale se tali frazioni sono state immesse in una rete del gas naturale utilizzando la documentazione relativa all’acquisto di RFNBO o RCF di un valore energetico equivalente, purché dimostri in modo giudicato soddisfacente dall’autorità competente che:»,
leggasi:
«Il gestore può determinare la frazione di RFNBO o RCF e la frazione identica di RFNBO o RCF con fattore di emissione pari a zero del gas naturale se tali frazioni sono state immesse in una rete del gas naturale utilizzando la documentazione relativa all’acquisto di RFNBO o RCF di un valore energetico equivalente, purché dimostri in modo giudicato soddisfacente dall’autorità competente che:».
«i) il quantitativo totale di carburante alternativo per l’aviazione dichiarato non supera il carburante totale usato dall’operatore aereo per voli per i quali devono essere restituite delle quote conformemente all’articolo 12, paragrafo 3, della direttiva 2003/87/CE, provenienti dall’aerodromo a cui è fornito il carburante alternativo per l’aviazione;»,
leggasi:
«i) il quantitativo totale di carburante alternativo per l’aviazione dichiarato non supera il carburante totale usato dall’operatore aereo per voli per i quali devono essere restituite delle quote conformemente all’articolo 12, paragrafo 3, della direttiva 2003/87/CE, provenienti dall’aerodromo in cui è fornito il carburante alternativo per l’aviazione;».
Pagina 24, articolo 1, punto 32, che sostituisce gli articoli 54 e 54 bis del regolamento di esecuzione (UE) 2018/2066, articolo 54 bis, paragrafo 6, primo comma, lettera a),
anziché:
«a) il quantitativo totale di carburante ammissibile per l’aviazione dichiarato non supera il carburante totale usato dall’operatore aereo per voli per i quali devono essere restituite delle quote conformemente all’articolo 12, paragrafo 3, della direttiva 2003/87/CE, e per i voli contemplati dall’articolo 3 quater, paragrafo 8, della medesima direttiva, provenienti dall’aerodromo a cui è fornito il carburante ammissibile per l’aviazione;»,
leggasi:
«a) il quantitativo totale di carburante ammissibile per l’aviazione dichiarato non supera il carburante totale usato dall’operatore aereo per voli per i quali devono essere restituite delle quote conformemente all’articolo 12, paragrafo 3, della direttiva 2003/87/CE, e per i voli contemplati dall’articolo 3 quater, paragrafo 8, della medesima direttiva, provenienti dall’aerodromo in cui è fornito il carburante ammissibile per l’aviazione;».
Il decreto attua la direttiva RED III, elevando l’obiettivo vincolante dell’Unione Europea per le energie rinnovabili al 42,5 per cento entro il 2030. L’intervento mira ad accelerare l’installazione di nuovi impianti, in particolare tramite la designazione di “zone di accelerazione” (go-to areas) con procedure di autorizzazione semplificate e veloci (massimo 12 mesi).
Introduce nuovi obiettivi settoriali vincolanti per l’industria (uso di idrogeno verde) e per i trasporti (riduzione dell’intensità dei gas serra), migliorando anche la sostenibilità della bioenergia.
La presente deliberazione approva il Testo Integrato dell’Autoconsumo Diffuso (TIAD) attuando le disposizioni dei decreti legislativi 199/21 e 210/21 in materia di comunità energetiche rinnovabili, comunità energetiche dei cittadini, gruppi di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente, gruppi di clienti attivi che agiscono collettivamente, autoconsumatori individuali di energia rinnovabile “a distanza” con linea diretta, autoconsumatori individuali di energia rinnovabili. ...
Misurazione del rischio di corruzione a livello territoriale e promozione della trasparenza / 2025
ID 24661 | 30.09.2025 / In allegato
Il progetto Anac con l’obiettivo di rendere disponibile un insieme di indicatori in grado di misurare il rischio di corruzione nei territori Misurazione del rischio di corruzione a livello territoriale e promozione della trasparenza, è finanziato dal Programma Operativo Nazionale Governance e Capacità istituzionale 2014-2020
Grazie al progetto l'Autorità ha individuato una serie di indicatori di rischio corruzione utili per sostenere la prevenzione e il contrasto all’illegalità e promuovere la trasparenza nell’azione della Pubblica Amministrazione.
Gli indicatori funzionano come red flags o alert che si accendono quando si riscontrano una serie di anomalie: ad esempio come le spie del cruscotto di un’auto o i software di rilevazione di un antivirus. Il modello può diventare un punto di riferimento internazionale per fornire in maniera strutturata e diffusa indicatori di rischio corruzione.
Partenariato La strategia di azione del progetto si avvale di reti di collaborazione interistituzionale per garantire la trasparenza in ogni settore della Pubblica amministrazione. ________
Indicatori di rischio corruttivo
Il progetto Misurazione del rischio di corruzione rende disponibile un set di indicatori per quantificare il rischio che si verifichino eventi corruttivi a livello territoriale, utilizzando le informazioni contenute in varie banche dati.
Il progetto Anac con l’obiettivo di rendere disponibile un insieme di indicatori in grado di misurare il rischio di corruzione nei territori Misurazione del rischio di corruzione a livello territoriale e promozione della trasparenza è finanziato dal Programma Operativo Nazionale Governance e Capacità istituzionale 2014-2020
Gli indicatori possono essere considerati come dei campanelli d’allarme o delle red flags, che segnalano situazioni potenzialmente problematiche. In questo modo permettono, ad esempio, di avere il quadro di contesti territoriali più o meno esposti a fenomeni corruttivi sui quali investire in termini di prevenzione e/o di indagine, ma anche di orientare l’attenzione dei watchdog della società civile, di attirare l’attenzione e la partecipazione civica.
- Indicatori di Contesto - Indicatori di Appalti - Indicatori Comunali
La definizione degli indicatori è stata promossa attraverso un percorso partecipato e strutturato, coinvolgendo diversi attori istituzionali, accademici, del mondo della ricerca ed esponenti di organizzazioni non governative. L’Autorità ha lavorato per integrare quante più fonti dati possibili e utili al calcolo di indicatori - tra cui la Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici (BDNCP), che è gestita da Anac e che rappresenta la principale fonte informativa sugli appalti pubblici - e per progettare metodologie di calcolo e di contestualizzazione degli indicatori.
Il progetto migliora la disponibilità e l’utilizzo di dati e indicatori territoriali sul rischio di corruzione, e più in dettaglio contribuisce ad aumentare l’offerta di statistiche territoriali e a sviluppare una metodologia di riferimento per la misurazione del rischio di corruzione a livello territoriale da condividere in ambito europeo.
Indicatori di contesto
Contesto
Gli indicatori di contesto supportano l’analisi del rischio corruttivo nei territori, andando ad indagare dimensioni tematiche legate all’istruzione, alla presenza di criminalità, al tessuto sociale, all’economia locale e alle condizioni socio-economiche dei cittadini. L’analisi di contesto ha preso in considerazione diciotto indicatori su base provinciale, che sono stati raccolti in quattro domini tematici.
Metodologia e fonti dati
La metodologia utilizzata è impiegata già da molti anni per la misurazione di fenomeni complessi multidimensionali. I dati sono analizzati su base provinciale. I quattro domini tematici (istruzione, economia del territorio, capitale sociale e criminalità) sono sintetizzati da un indice composito per rendere più semplice la lettura della complessità dovuta alle numerose dimensioni considerate. A completamento del quadro, sono stati considerati ulteriori venticinque indicatori di contesto non raccolti in domini.
Aggiornamento 2024
Nel 2024, si è proceduto all’aggiornamento di alcuni degli indicatori di contesto, sulla base dei dati disponibili. In particolare, 10 dei 18 indicatori facenti parte dei 4 domini (economia, criminalità, capitale sociale ed economia) sono stati aggiornati aggiungendo i dati per tutte le annualità disponibili successive al 2017, e sono resi disponibili nella presente pagina. Inoltre, sono stati aggiornati 18 indicatori presenti nella sezione “Altri indicatori”, non facenti parte dei domini e che non rientrano nel calcolo dei compositi. I suddetti dati relativi ad “Altri indicatori” sono disponibili direttamente nella “Dashboard indicatori di contesto”. Il procedimento di aggiornamento e revisione è dettagliato nella “Nota metodologica sull’Aggiornamento 2024 degli Indicatori di Contesto”.
Gli indicatori di rischio corruttivo negli appalti forniscono informazioni legate agli acquisti delle amministrazioni localizzate nella provincia a cui si riferiscono. Sono suddivisi in diciassette tipologie e sono suddivisi per oggetto (lavori, servizi, forniture), settore (ordinario e speciale) e anno di pubblicazione.
Metodologia e fonti dati
Lo sviluppo di indicatori di rischio corruttivo negli appalti pubblici assume particolare rilievo in ragione sia del peculiare peso del fenomeno corruttivo nel mercato degli appalti sia in ragione delle finalità istituzionali di Anac e della composizione della Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici (BDNCP), le cui principali informazioni sono da tempo disponibili come open data sul portale dell'Autorità .
Sulla base di un corpo di studi scientifici sempre più importante e corposo Anac ha individuato un insieme di indicatori che a vario titolo individuano aspetti che possono mettere in luce potenziali fenomeni corruttivi nell’ambito degli appalti. La BDNCP alla base degli indicatori è un patrimonio di grande valore che, per quantità e dettaglio dei dati contenuti, rappresenta un’esperienza unica a livello europeo, tale da permettere il calcolo di indicatori di rischio di corruzione con un estremo grado di dettaglio territoriale, settoriale e temporale.
Gli indicatori di rischio a livello comunale raggruppano possibili variabili o indicatori significativamente associati al verificarsi di episodi di corruzione a livello di singola amministrazione. Per questi cinque indicatori l’analisi è stata condotta sui comuni con popolazione pari o superiore ai 15.000 abitanti.
Metodologia e fonti dati comunali
Gli indicatori di rischio a livello comunale sono stati individuati sulla base dell’analisi statistica delle relazioni esistenti tra indicatori potenzialmente collegabili ai fenomeni corruttivi ed episodi di corruzione verificatisi a livello di singola amministrazione, reperiti nelle schede delle relazioni dei Responsabili della Prevenzione della Corruzione e Trasparenza (RPCT) relative al quinquennio 2015-2019, pubblicate nella sezione “Amministrazione Trasparente” dei siti istituzionali delle amministrazioni comunali studiate.
Aggiornamento maggio 2024
Nel mese di maggio 2024, si è proceduto all’aggiornamento degli indicatori di rischio a livello comunale, sulla base dei dati disponibili. In particolare, sono stati aggiornati 4 dei 5 indicatori, aggiungendo i dati fino all’anno 2022: “Scioglimento per mafia”, “Addensamento sotto soglia”, “Popolazione residente”, “Reddito imponibile pro capite”. Tali indicatori sono disponibili nella “Dashboard indicatori di rischio comunale” del portale “Misurare la corruzione” e nella Base Dati – Rischio Comunale presente all’interno del citato cruscotto. Il procedimento di aggiornamento e revisione è dettagliato nella “Nota Metodologica – Aggiornamento maggio 2024 – Indicatori comunali”.
Semplificazione: Pacchetti omnibus UE / Status e Proposte
ID 24658 | 30.09.2025 / In allegato Documentazione
Dal febbraio 2025, in risposta alla richiesta del Consiglio europeo, la Commissione ha presentato una serie di proposte di semplificazione, denominate anche "omnibus".
L'obiettivo principale dei pacchetti omnibus di semplificazione è ridurre i costi amministrativi e gli obblighi di informazione per le imprese dell'UE.
Tra gli obiettivi concreti figurano la riduzione dei costi e degli obblighi di informazione di almeno il 25% per tutte le imprese (con un conseguente risparmio di 37,5 miliardi di euro) e di almeno il 35% per le piccole e medie imprese (PMI) entro il 2030.
La Commissione ha presentato sei pacchetti omnibus al Consiglio e al Parlamento per l'adozione.
Pacchetti Omnibus Omnibus I: sostenibilità Omnibus II: investimenti dell'UE Omnibus III: politica agricola comune Omnibus IV: piccole imprese a media capitalizzazione e digitalizzazione Omnibus V: prontezza alla difesa Omnibus VI: prodotti chimici
__________
Omnibus I: sostenibilità
I colegislatori stanno discutendo e negoziando le misure proposte affinché le nuove norme possano essere adottate e diventare diritto dell'UE.
Il primo pacchetto omnibus, presentato il 26 febbraio 2025, ha proposto modifiche mirate alla legislazione dell'UE in materia di sostenibilità al fine di:
- semplificare gli obblighi in materia di dovere di diligenza - rendere la rendicontazione di sostenibilità più accessibile e più facile da attuare - semplificare e rafforzare il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere dell'UE
Lo scopo è ridurre la complessità degli obblighi imposti dall'UE alle imprese e stimolare la competitività, preservando nel contempo gli obiettivi economici, sociali e ambientali dell'UE.
14 aprile 2025 Il Consiglio ha dato il via libera definitivo a una delle proposte della Commissione il cui obiettivo è semplificare le norme dell'UE e quindi stimolare la competitività dell'UE. La proposta - la cosiddetta direttiva sul rinvio dei termini ("stop the clock") - rinvia le date di applicazione di taluni obblighi relativi alla rendicontazione societaria di sostenibilità e al dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità, nonché il termine di recepimento delle disposizioni in materia di dovere di diligenza.
I colegislatori dell'UE hanno pertanto sostenuto la proposta della Commissione di rinviare:
- di due anni l'entrata in applicazione degli obblighi di cui alla direttiva relativa alla rendicontazione societaria di sostenibilità (CSRD) per le grandi imprese che non hanno ancora avviato la rendicontazione e le PMI quotate, e - di un anno il termine di recepimento e la prima fase dell'applicazione (riguardante le imprese più grandi) della direttiva relativa al dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità (CSDDD)
29 settembre 2025 CBAM: il Consiglio approva la semplificazione dello strumento UE relativo alla rilocalizzazione delle emissioni di CO₂ [/box-info] Omnibus II: investimenti dell'UE
Il secondo pacchetto omnibus, anch'esso presentato il 26 febbraio 2025, mira a semplificare la legislazione vigente in materia di investimenti dell'UE, ad esempio per quanto riguarda il programma InvestEU, con l'obiettivo di mobilitare 50 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati aggiuntivi a sostegno di determinate politiche dell'UE.
23 settembre 2025 InvestEU: accordo tra Consiglio e Parlamento per semplificare il programma e renderlo più efficiente[/box-info] Omnibus III: politica agricola comune
Al fine di semplificare la politica agricola comune e rafforzare la competitività degli agricoltori, il terzo pacchetto omnibus, presentato nel maggio 2025, si concentra sulla revisione della legislazione al fine di:
- ridurre gli oneri amministrativi e i controlli - semplificare i regimi di pagamento per i piccoli agricoltori e le norme sulla condizionalità - migliorare i finanziamenti per gli agricoltori in tempi di crisi
Le misure proposte potrebbero consentire di risparmiare fino a 1,6 miliardi di euro l'anno per gli agricoltori e oltre 200 milioni di euro l'anno per le amministrazioni nazionali.
[box-info]Status - Omnibus III: politica agricola comune
3 settembre 2025 Il Consiglio concorda una posizione sulla semplificazione della politica agricola comune (PAC)[/box-info] Omnibus IV: piccole imprese a media capitalizzazione e digitalizzazione
Il quarto pacchetto omnibus prevede misure volte a semplificare il mercato unico in diversi ambiti, in particolare:
- sostenendo le piccole imprese a media capitalizzazione - promuovendo la digitalizzazione della legislazione in materia di prodotti - introducendo specifiche comuni per la libera circolazione dei prodotti - riducendo gli obblighi di conservazione della documentazione per le PMI e le piccole imprese a media capitalizzazione, anche per quanto riguarda le norme del regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) - rinviando di due anni l'applicazione delle prescrizioni relative all'esercizio del dovere di diligenza per le batterie
[box-info]Status - Omnibus IV: piccole imprese a media capitalizzazione e digitalizzazione
24 Settembre 2025 Il Consiglio concorda posizioni sulla digitalizzazione e le specifiche comuni, nonché sulle piccole imprese a media capitalizzazione, per rafforzare la competitività dell'UE
18 Luglio 2025 Il Consiglio adotta un regolamento inteso a rinviare i termini ("stop-the-clock") relativi al dovere di diligenza per le batterie[/box-info] Omnibus V: prontezza alla difesa
L'obiettivo delle proposte contenute nel quinto pacchetto omnibus è agevolare e promuovere gli investimenti nel settore della difesa e le condizioni per l'industria della difesa, come pure semplificare gli appalti nel settore della sicurezza e della difesa.
Le proposte sono in linea con il Libro bianco sulla difesa europea - Preparati per il 2030 della Commissione, il cui obiettivo è creare le condizioni per un massiccio aumento degli investimenti nel settore della difesa in Europa, con una spesa supplementare fino a 800 miliardi di euro nei prossimi anni.
Il sesto pacchetto omnibus mira a semplificare la legislazione dell'UE in materia di sostanze chimiche, riducendo i costi di conformità e le procedure amministrative per le imprese lungo tutta la catena del valore delle sostanze chimiche, mantenendo nel contempo un elevato livello di protezione.
Tali misure potrebbero comportare un risparmio annuo di almeno 363 milioni di euro per il settore.
Le proposte del pacchetto "omnibus VI" mirano a semplificare alcune disposizioni contenute in tre importanti atti legislativi dell'UE in materia di sostanze chimiche, mantenendo al contempo un elevato livello di protezione.
I tre regolamenti da modificare sono:
il regolamento (CE) n. 1272/2008 relativo alla classificazione, all'etichettatura e all'imballaggio delle sostanze e delle miscele (regolamento CLP) e il regolamento (UE) n. 2865/2024 riveduto (regolamento CLP riveduto) il regolamento (CE) n. 1223/2009 sui prodotti cosmetici (regolamento sui cosmetici) il regolamento (UE) 2019/1009 che stabilisce norme relative alla messa a disposizione sul mercato di prodotti fertilizzanti dell'UE (regolamento sui prodotti fertilizzanti)
24 Settembre 2025 Il Consiglio approva il meccanismo "stop the clock" per le sostanze chimiche per garantire la certezza del diritto alle imprese
Gli Stati membri hanno ampiamente condiviso il senso di urgenza della presidenza e, in tale ottica, hanno sostenuto la proposta della Commissione di spostare al 1º gennaio 2028 l'entrata in applicazione degli obblighi in materia di formattazione e delle disposizioni relative alla pubblicità e alle vendite a distanza relative ai prodotti chimici. Ciò garantirà la certezza del diritto agli operatori economici ed eviterà date di applicazione diverse per lo stesso tipo di obblighi imposti alle imprese da due atti modificativi del regolamento CLP.
A seguito dell'approvazione del 24 Settembre 2025 del mandato negoziale del Consiglio da parte del Coreper, la presidenza negozierà con il Parlamento europeo per raggiungere un accordo definitivo.[/box-info]
Impiego di gas anestetici fluorurati nelle sale operatorie
ID 24640 | 25.09.2025 / In allegato Fact sheet Inail - 2025
Impiego di gas anestetici fluorurati nelle sale operatorie: indicazioni del regolamento (ue) 2024/573 per la sostenibilità ambientale in ottica One Health
L’obiettivo del fact sheet è quello di focalizzare l’attenzione sugli aspetti del Regolamento (UE) 2024/573 che rappresenta una parte fondamentale degli sforzi dell'Unione Europea per ridurre le emissioni di gas serra e raggiungere gli obiettivi climatici previsti dall'Accordo di Parigi e dal Green Deal europeo, per contribuire a ridurre il riscaldamento globale, abbattendo progressivamente l'uso dei gas fluorurati e promuovendo soluzioni maggiormente sostenibili per il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.
In particolare l’attenzione è rivolta all’impiego di gas anestetici fluorurati utilizzati nelle sale operatorie del settore sanitario e veterinario, soprattutto riguardo al desflurano il cui impiego, per il suo alto valore di Global Warming Potential (GWP), sarà vietato dal 01/01/2026, con conseguenti inevitabili ricadute su interventi tecnologici per la modifica degli impianti dei sistemi di erogazione e di evacuazione di tale gas, nonché su un eventuale aggiornamento dei valori limite di esposizione professionale.
La pubblicazione in oggetto intende dare informazioni aggiornate riguardo alla sostenibilità ambientale in ottica One Health, a garanzia della salute degli operatori professionalmente esposti a gas fluorurati e del benessere della popolazione.
La presenta Circolare intende fornire una linea guida per l’attuazione della normativa applicabile alle navi da passeggeri, impiegate in viaggi nazionali, alla luce delle principali innovazioni introdotte dalla Direttiva (UE) 2017/2108, indicata in argomento. ... segue allegato
Relazione speciale 19/2025: Carenze critiche di medicinali
ID 24602 | 18.09.2025 / In allegato
Relazione speciale 19/2025: Carenze critiche di medicinali Le misure dell’UE hanno fornito un valore aggiunto, ma i problemi strutturali persistono
Le carenze critiche di medicinali sono diventate una minaccia frequente per la salute pubblica in tutta l’UE. La Corte ha esaminato le misure adottate dall’UE per garantire la disponibilità di medicinali. La Corte ha concluso che attualmente non esiste un quadro efficace per affrontare le carenze critiche di medicinali. Anche se l’Agenzia europea per i medicinali fornisce un valido sostegno agli Stati membri e la Commissione ha iniziato ad attivarsi proponendo modifiche legislative, le misure volte ad affrontare le cause di tali carenze sono ancora in una fase iniziale. Inoltre, la frammentazione all’interno del mercato unico continua ad ostacolare la disponibilità di medicinali in tutta l’UE.
La Corte raccomanda alla Commissione di migliorare il sistema per affrontare le carenze critiche, avviare un’azione coordinata per affrontare le cause profonde delle carenze e migliorare il funzionamento del mercato unico dei medicinali.